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Il peso della farfalla

Il peso della farfalla è la sfida di essere leggeri e costituire peso.

Il peso della farfalla è una rassegna di teatro, è un processo di ascolto del territorio, è un programma di azioni artistiche e sociali. Condivide pensieri con altro, altre, altri e ringranzia:

la libreria Prinz Zaum, il Festival delle Donne e dei Saperi di Genere, il Caf-Cap Japigia Torre a Mare, Cabolo, gli artisti, gli amici e gli spettatori.

2018

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Sabato 6 ottobre ore 20 – prenotazione obbligatoria - Libreria Prinza Zaum

AGLI ORLI DELLA VITA, di e con Marco Manchisi

Nella voce di Marco Manchisi incontriamo il pensiero e le parole di Eduardo De Filippo. Il suo rapporto con la scrittura e la recitazione, la vita dei suoi personaggi, la sua stessa vita affidata ai monologhi delle sue commedie. Attraverso Eduardo, Manchisi dischiude l’intreccio tra realtà e sogno, tra parola e immaginazione, tra visibile e invisibile.

 

Sabato 27 ottobre ore 21 – ingresso libero - Chiesa di Santa Teresa dei Maschi

in collaborazione con Università degli Studi di Bari – Donne in Cammino: Festival delle Donne e dei Saperi di genere

DONNE CON LA FOLLA NEL CUORE, ideazione  e cura di Marina Rippa per Femminile Plurale, Con Amelia Patierno, Anna Liguori, Anna Manzo, Anna Marigliano, Anna Patierno, Antonella Esposito, Flora Faliti, Flora Quarto, Gianna Mosca, Ida Pollice, M. Rosaria Crispino, Melina De Luca, Nunzia Patierno, Patrizia Iorio, Patrizia Ricco, Rosa Tarantino, Rosalba Fiorentino, Rosetta Lima, Rossella Cascone, Susy Cerasuolo, Susy Martino, Tina Esposito.

Nel 2007 a Forcella, nel Teatro Trianon Viviani, nasceva il primo laboratorio ideato e condotto da Marina Rippa e Monica Castigliola. Un laboratorio per le donne del quartiere e non solo. Dopo dieci anni, lo spettacolo ripercorre i materiali, le scoperte, le fasi teatrali e di vita che lo hanno accompagnato.

 

Martedì 30 ottobre ore 19 – ingresso libero - Libreria Prinz Zaum

ARRIVANO DAL MARE 1° viaggio a cura di Silvia Moresi con la partecipazione del Teatro delle Bambole e di Sophia Ba Ras.

Venerdì 9 novembre ore 21 – biglietti € 10 - Auditorium Vallisa

L'ESTRANEA DI CASA, di e con Raffaella Giancipoli, video animazione Beatrice Mazzone, progetto Kuziba Teatro, produzione Bottega degli Apocrifi

Una partenza notturna, un pulmino carico di donne. Lasciarsi alle spalle la propria terra per assicurare un futuro ai figli. Una donna, due vite, un bambino cresciuto al telefono tra storie della buonanotte e promesse di ritorno; un orfano di madre viva, disposto a tutto pur di riportare a casa la mamma, finalmente.

 

Martedì 13 novembre ore 19 – ingresso libero - Libreria Prinz Zaum

ARRIVANO DAL MARE 2° viaggio a cura di Silvia Moresi

 

giovedì 22 novembre ore 19 – ingresso libero - Centro Ascolto Famiglie Japigia 

UN POPOLO DI DONNE IN VIAGGIO, regia Dario Iurilli produzione Punti Cospicui – Dimmi cosa vedi lab

Un racconto in parole e immagini sulle relazioni, gli affetti, i desideri, le paure e i sogni delle donne che hanno lasciato il loro paese e che vivono intorno a noi, al nostro fianco

 

Martedì 4 dicembre ore 19 – ingresso libero - Libreria Prinz Zaum

ARRIVANO DAL MARE 3° viaggio a cura di Silvia Moresi

 

Giovedì 6 e venerdì 7 dicembre ore 21 – biglietti € 10 - Auditorium Vallisa

I GIGANTI DELLA MONTAGNA, di Lugi Pirandello, adattamento e regia Roberto Latini, musiche e suoni Gianluca Misiti, luci Max Mugnai, con Roberto Latini. Produzione Fortebraccio Teatro

Rappresentato postumo nel 1937, I Giganti della Montagna è l’ultimo dei capolavori pirandelliani, lasciato incompleto per la morte dell’autore. Roberto Latini, interpreta da solo i diversi personaggi, cambia voce, estende le possibilità dello spazio scenico, raggiunge Pirandello su quel limite di incompiuto che è l’opera stessa. Rivive questo “classico” del teatro destinandolo ad altro, spogliandolo ed evocandone tutta l’immaginazione possibile.

2017

Mercoledì 25 ottobre ore 21 Auditorium Vallisa

  • DEBRA LIBANOS, il “passato” per le armi, di Roberto Abbiati e Lucia Baldini, con Roberto Abbiati, video Nicolò Colzani, produzione Teatro de gli Incamminati

 

Debrà Libanòs è un nome difficile da fissare nella memoria del nostro paese. Questa città monastica, nel lembo nord dell’altipiano etiope dello Scioà, fu oggetto di una grande strage di cristiani fra il 21 e il 29 maggio 1937. Le fonti contano un minimo di quattrocento vittime fra i religiosi, che salgono a millecinquecento, contando i fedeli. La strage viene pianificata all’indomani dell’attentato del 19 febbraio a Rodolfo Graziani, viceré dell’Africa orientale italiana. Ad Addis Abeba, due resistenti di origine eritrea, si intrufolano alla festa per la nascita del primogenito di Umberto di Savoia: lanciano granate, fuggono. Sette morti, cinquanta feriti, fra cui Graziani. La mattanza viene fissata a maggio, attorno alla grande festa di san Mikael. Vengono uccisi per primi i disabili e gli ammalati. Al mattino del 21 alcuni camion iniziano a trasferire i prigionieri a Laga Wolde.  Nel telegramma di quel giorno, Graziani si attribuisce il merito di aver «fatto passare per le armi» 296 monaci compreso il vicepriore e 23 complici: il resto non lo conta neppure. Poi telegrafa a Roma “del convento di Debra Libanos non rimane più traccia”

Lunedì 27 novembre ore 21 Auditorium Vallisa

  • ORLANDO.LE PRIMAVERE regia, coreografie e drammaturgia Silvia Battaglio con Lorenzo Paladini, Silvia Battaglio liberamente ispirato a Orlando (Virginia Woolf) suggestioni musicali Anja Lechner, Luc Ferrari, Maria Colegni produzione Biancateatro

Lo spettacolo, dopo aver vinto il Premio Città di Verbania Cross International Performance Award 2016, ha debuttato nel Gennaio 2017 al Teatro Stabile di Torino e rappresenta il secondo capitolo della Trilogia dell’identità. ORLANDO. Le PRIMAVERE indaga il tema dell’identità connessa a quello del genere aprendo la strada a visioni e suggerendo riflessioni profonde inerenti la costruzione dell’identità individuale e sociale, aspetti inscindibili che si intrecciano costantemente definendo noi stessi e la nostra relazione con il mondo. Creatura in continua metamorfosi, Orlando si modella a quell’idea di libertà che è strettamente connessa ai temi dell’identità e dell’appartenenza, nella sua natura luminosa si annida l’armoniosa convivenza del ‘maschile’ e del ‘femminile’, come energia unica e forza generatrice. Sognatrice, poetessa, refrattaria ai ruoli e alle definizioni, Orlando è un nobile e sensibile fanciullo inglese che attraversa l’esistenza dal 1600 per oltre tre secoli trasformandosi in una donna, facendo esperienza del mondo, dell’umano e dei cambiamenti, con la leggerezza dell’artista naif e la profondità dell’eroina romantica.

Laboratorio di ricerca-azione

Il laboratorio si svolgerà presso il Caf/Cap Japigia Torre a Mare e sarà rivolto in particolare a donne e uomini anziani che attraverso il ricordo della loro giovinezza e della loro infanzia, ricostruiranno la loro storia personale e la storia della città, alla ricerca di un’identità, di un comune sentire, con l’auspicio che “identità” significhi ancora una volta essere se stessi e aprirsi agli altri.

Teatro In Libreria:

4 appuntamenti di lettura a partire da Il Giocatore di Fedor Dostoevskji.

Il giocatore è un romanzo del 1866, scritto da Dostoevskji in soli 28 giorni sotto l’urgenza di pagare i suoi debiti di gioco e rispettare gli impegni presi con gli editori. Attraverso le vicende di Aleksej, Dostoevskji racconta la febbre del gioco: una vertigine del baratro che prende tutti a prescindere dalla classe sociale, dalla cultura, dalla nazionalità. L’emozione di perdere ancora più forte dell’emozione di vincere, il desiderio di “rifarsi”, una febbre di passione che viene scambiata per febbre di vita. E’ scritto in 17 capitoli. Abbiamo pensato di coinvolgere otto artisti del territorio in una lettura a puntate: 4 capitoli per volta in 4 appuntamenti presso la libreria Prinz Zaum.

Venerdì 27 ottobre ore 19.30

Il giocatore I puntata

 con Michele Cipriani e Arianna Gambaccini

     

Venerdì 10 novembre ore 19.30

Il giocatore II puntata

con Andrea Cramarossa e Federico Gobbi

     

Venerdì 24 novembre ore 19.30

Il giocatore III puntata

con Roberto Corradino

     

Giovedì 7 dicembre ore 19.30

Il giocatore IV puntata

con Michele Altamura e Gabriele Paolocà

2015

sul potere

 

programma arte visuale

Lunedì 12 ottobre ore 18.30 Mediateca Regionale Pugliese

Molecole Neiwilleriane.  Di Loredana Putignani

Interviene Loredana Putignani, regista e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera

 

L’appuntamento è dedicato a uno dei più rigorosi registi e autori del secondo ‘900: Antonio Neiwiller. Attore, regista, pittore e poeta, Neiwiller nella sua poliedrica attività ha attraversato Brecht, Kantor, Pasolini, Beuys, Klee.  Inizia a Napoli con il Teatro dei Mutamenti e poi con il gruppo Falso Movimento. Collabora con i Teatri Uniti, per il cinema interpreta “Morte di un matematico napoletano” e “Caro Diario”. Lavora con Leo de Berardinis fino all’ultima interpretazione di Cotrone ne “ I giganti della Montagna”. A venti anni dalla scomparsa, Loredana Putignani ha ricostruito la documentazione filmica della sua ricerca, restituendo alla visione un percorso complesso e fondante per il teatro contemporaneo.

 

Mercoledì 14 ottobre ore 18.30 Mediateca Regionale Pugliese

Tra oriente e Occidente. Di Loredana Putignani e Youssef Tayamoun

Intervengono Loredana Putignani e Youssef Tayamoun, performer e videomaker

È la documentazione filmica di sette azioni performative realizzate presso l’Accademia di Brera a seguito di un laboratorio permanente condotto da Loredana Putignani cui hanno partecipato studenti provenienti da Europa, Asia, Africa. La migrazione e il nomadismo sono al centro di questa esperienza che indaga il corpo come spazio. In stretta connessione con la ricerca di Marina Abramovic, il laboratorio si è sviluppato all’interno degli spazi museali, mettendo in gioco il rapporto tra sguardo e presenza, essere e vuoto.

 

Mercoledì 21 ottobre ore 18.30 Mediateca Regionale Pugliese

N – Capace. Scritto, diretto e interpretato da Eleonora Danco

Primo film realizzato dall’autrice e attrice teatrale Eleonora Danco. Prodotto nel 2014 dalla Bibi Film con Rai Cinema, premiato al Torino Film Festival 2014 e al  Open Roads: New Italian Cinema 2015 di New York , N-Capace  è un viaggio tra Roma e Terracina durante il quale l’attrice, tra linguaggio documentaristico e cinematografico, intervista le persone incontrate su alcuni temi cardine: la relazione intergenerazionale, la violenza domestica, l’amore, la morte. Il suo sguardo, allo stesso tempo diretto e surreale, supera il linguaggio del cinema e del teatro e si rivolge all’esterno come poesia visuale, allegoria di un’umanità smarrita in cui sono protagonisti i corpi e gli spazi che la abitano.

 

Mercoledì 28 ottobre ore 18.30 Mediateca Regionale Pugliese

0XXL. Di Sergio Racanati

Interviene Sergio Racanati, performer e artista visivo

Prodotto durante la residenza Mari tra le Mura presso il Museo d’Arte Contemporanea Pino Pascali, 0XXL compone per immagini un’indagine sulle periferie urbane, sociali, affettive. Nato dall’interazione di un gruppo di attori e performer diretti da Sergio Racanati nel luogo-città di Polignano, il film assembla le visioni discrepanti dello spazio e del tempo ordinario. Riporta in luce oggetti e parole, frammenti e scarti della Storia decontestualizzandoli  e restituendoli  a una nuova memoria personale e collettiva.

 

programma teatro

  • Dal 10 novembre ore 20.00 Libreria Zaum, via Cardassi 85

 

Scuola dello spettatore senza bagaglio.

5 appuntamenti sulla formazione del pubblico

Cura del progetto Clarissa Veronico e Arcangelo Licinio

 

Andare a teatro è come partire per un viaggio, e proprio come nei viaggi ci portiamo sempre dietro un bagaglio. Valigia, zaino o trolley, nella maggior parte dei casi lo sbagliamo: troppo freddo, troppo caldo, insomma un gran peso. La scuola dello spettatore senza bagaglio invita ad aprire i propri bagagli prima di andare a teatro. A non aver paura che siano troppo rispondenti né che siano inadeguati, insomma a disfarli per poi rimetterli a posto. Un’azione creativa e collettiva per andare a teatro liberi e informati.

 

  • Venerdì 13 novembre ore 18.30 Caf/Cap Japigia Torre a Mare, via G. Rocca 9

Don’t stay home

Da un’idea di Clarissa Veronico, cura del progetto Antonio De Mattia, regia Dario Jurilli, produzione Punti Cospicui - Dimmi Cosa Vedi_Lab.

Appuntamento condiviso con Generare Culture Non Violente – Assessorato al Welfare

 

Don’t Stay Home è un video documento sulle donne e anche un po’ su Bari. Donne che negli anni ’70 e ’80, in una città di quartieri periferici dove non c’era quasi niente, cambiarono la loro vita, intrapresero una sfida, lavorativa e personale, che diventò socializzazione e autodeterminazione. Oggi hanno settant’anni. La loro voglia di cambiare, i loro desideri, il piacere e il potere dell’amicizia, sono il loro e il nostro specchio.

 

  • sabato 5 dicembre ore 21 Galleria Doppelganger, via Verrone 8

Francesco non si vestiva

Di e con Roberto Corradino, produzione Reggimento Carri

 

Roberto Corradino ha incontrato Francesco per la produzione dello spettacolo “Senza volontà di cattura: francesco” vincitore del bando I teatri del Sacro. Sì, quel Francesco. Il primo clown, Francesco che parla, Francesco che sceglie il silenzio, Francesco che poi diventa santo. Questo ne è il processo di creazione, il percorso, una dichiarazione d’amore, forse. E’ la raccolta di studi e letture e sogni e incubi per avvicinare Francesco. Avvicinare l’inversione a U della sua vita. Spostare il centro, spostare il baricentro, e ritrovarlo, forse.

 

  • Venerdì 11 e sabato 12 dicembre ore 19 e ore 21 Galleria Doppelganger, via Verrone 8

12 parole 7 pentimenti

Direzione e concetto Rubidori Manshaft, testi video Roberta Dori Puddu, collaborazione artistica Paola Tripoli, produzione Officina Orsi (CH) con il sostegno di Pro Helvetia

 

Più che uno spettacolo è un esperimento sociale. 12parole7pentimenti è un’istallazione teatrale che arriva dalla Svizzera. Un “viaggio” che ogni spettatore/ascoltatore potrà fare munito di IPod e cuffia alla volta di quattro luoghi pubblici della città, seguendo una mappa che gli verrà consegnata alla partenza. Un esperimento che Rubidori Manshaft, ha sviluppato in due anni di peregrinaggio urbano in Italia e Svizzera. Quello che ha raccolto sono stralci di dialoghi, 2500 ore di registrazioni rubate, carpite, all’insaputa di ignari protagonisti, racconti di vicini di tavolo al bar, ristorante, bus, tram, sale d’attesa, aereoporti, taxi. A posteriori, la scelta di quattro temi: amore, morte, sesso, denaro.

 

 

  • Mercoledì 16 dicembre ore 21 Auditorium Vallisa, strada Vallisa

Metamorfosi

Di e con Roberto Latini, musiche e suoni Gianluca Misiti, luci e direzione tecnica Max Mugnai, organizzazione Nicole Arbelli, produzione Fortebraccio Teatro

 

Uno spazio per la memoria. Uno spazio scenico, abitato. Un contenitore possibile solo con il disincanto della non-drammaturgia, della non-regia e della non-interpretazione. Un appuntamento senza tempo. Una possibilità. A scena vuota, fotogrammi improvvisamente aggiunti ai lampi del pensiero e la suscettibile e impalpabile mutevolezza dell’immaginazione.

2014

sulle differenze

 

  • Sui bambini e gli adolescenti

TRILOGIA DELLA NORMA

Proiezione video con Christian Di Domenico, Saba Salvemini, Roberto Corradino. Idea e progetto Clarissa Veronico e Antonio De Mattia. Videoediting Nole Biz

 

Tre pezzi, tre estratti letterari, per tre attori. Un viaggio nel tempo: era il 1860, poi il 1910, poi il 2013 e Herculin Barbin, Carlo Michelstaedter, Beatriz Preciado scrivevano della costrizione normativa operata sui bambini, attraverso l'educazione, la scuola, la sessualità. Lingue, stili e contesti diversi contro l'omologazione, la soppressione della libera identità, l'eteronormatività. Tre pensieri in arte, in voce, in video.

 

  • Sulle donne nella società degli uomini

LA BORTO

Di e con Saverio La Ruina, musiche composte e eseguite dal vivo Gianfranco De Franco, produzione Scenaverticale premio Ubu 2010 miglior testo italiano

 

Non è solo la storia di un aborto. È la storia di una donna in una società dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschili: uno sguardo predatorio che si avvinghia, violenta e offende; un atteggiamento che provoca gli eventi ma fugge le responsabilità. L’aborto ne è solo una delle tante conseguenze. Ma ne è la conseguenza più estrema. La protagonista racconta l’universo femminile di un paese del meridione. Schiacciata da una società costruita da uomini con regole che non le concedono appigli, e che ancora oggi nel suo profondo stenta a cambiare, soprattutto negli atteggiamenti maschili, racconta il suo calvario in un sud arretrato e opprimente. E lo fa nei toni ironici, realistici e visionari insieme, propri di certe donne del sud. Non mancano momenti sarcastici e ironici come quando gli uomini geometri misurano il corpo femminile come se al posto degli occhi avessero il metro. O come quando il paese si trasforma in una immensa chiesa a cielo aperto per scongiurare le gravidanze. Né quelli commoventi legati alla decimazione del “coro” delle donne. Ma quando la protagonista chiude il cerchio col racconto del calvario della nipote, il sarcasmo e la commozione lasciano il posto a una profonda amarezza, mettendoci davanti alla dura e ambigua realtà dei nostri giorni. 

 

  • Sui padri, i figli e la relazione

CON TE SENZA

Reading dal laboratorio di scrittura collettiva condotto da Antonio De Mattia in collaborazione con il Centro Famiglie Mimmo Bianco. Con Lucia Zotti, Monica Contini, Roberto Corradino.

 

C’è un’età di mezzo in cui non si è più giovani e non si è ancora anziani, in cui si è ancora figli e già padri o madri. E’ un’età in cui è chiaro il sopravvenire di un distacco. E non si è pronti, né per finire né per iniziare. Non si è ancora detto tutto e il tempo forse non permetterà di dire più niente. Cosa direbbe, se ne avesse la forza emotiva, un quarantenne al proprio padre o al proprio maestro? Cosa direbbe un settantenne, se ne avesse la libertà, a un proprio figlio o a un allievo? Non riusciamo mai per tempo a fare i conti con le parole, con i sentimenti. Non riusciamo mai del tutto a essere “al presente”. C’era un tempo in cui i la generazione di mezzo poteva dirsi sufficientemente adulta da scrivere ai propri figli, adesso è il tempo di scrivere ai padri, perché non ci si può trasformare senza.

 

2012

sul conflitto

 

 

  • ROCCU U STORTU

di Francesco Suriano, diretto e interpretato da Fulvio Cauteruccio, scene e luci Loris Giancola, assistenza alla regia Alessio Martinoli, produzione Kripton

Roccu u Stortu, storica produzione della Compagnia Krypton che ha imposto all’attenzione del pubblico e della stampa Fulvio Cauteruccio come attore e regista, nella stagione 2001-2002 è stato uno spettacolo “rivelazione”, rappresentato nei più importanti festival e in prestigiosi teatri con una tournee lunga tre anni.
Trasmesso integralmente nel programma “Teatri Sonori” di Radio Tre Rai, segnalato da Il Patalogo 2001 nella sezione “22 spettacoli per un anno” tra le più significative produzioni in termini di qualità, originalità, impegno interpretativo e valori culturali, è stato registrato all’Anfiteatro di Palmi per “Palcoscenico” di Rai2 che lo ha mandato in onda il 10 maggio 2003. A distanza di 11 anni dal debutto, Fulvio Cauteruccio, con una maggiore consapevolezza, decide di ridare voce e carne alla storia rabbiosa e coinvolgente del contadino calabrese Roccu, che va in guerra, la Prima Guerra Mondiale, per un pezzo di terra.
Una storia sempre attuale in un mondo che non impara dal tragico passato.
Ma Roccu è anche altro. E’ un bracciante che vive della raccolta d’olive, frutto che in Calabria gode di un religioso rispetto.
E’ uno storico che racconta, in perfetto italiano, una terribile cronaca di guerra, una infame e ben documentata epopea.
E’ infine “u stortu”, lo scemo del villaggio, l’uomo che ha subito un danno e che ha urgenza di parlare. Lo fa attraverso un lungo assolo interiore fitto di proverbi, filastrocche e canzoni. Il racconto di uno spirito libero che compone un violento attacco all’ordine militare in guerra e al governo dei Savoia, rigenerando al tempo stesso il dialetto in un idioma assolutamente contemporaneo.
Lo spettacolo incrocia l’esperienza drammaturgica di Francesco Suriano, autore segnalato con questo testo al Premio Riccione Teatro 1999, con la maturità artistica raggiunta da Fulvio Cauteruccio. 

 

  • TITANIC

di e con Roberto Latini, musiche originali Gianluca Misiti, luci Max Mugnai, aiuto tecnico Nino Del Principe, organizzazione e cura Federica Furlanis, promozione Nicole Arbelli, foto di scena Laura Arlotti e Claire Pasquier, produzione Fortebraccio Teatro
 

Se il carro diretto al Paese dei Balocchi nel Pinocchio di Collodi avesse avuto un nome probabilmente si sarebbe potuto chiamare come la nave-simbolo di tutto il Novecento. Un’intera generazione dell'era contemporanea, come Lucignolo, ha atteso la mezzanotte ed è salita nel 1912 sul transatlantico più famoso della storia. Mentre l’America declinava in tutte le sue speranze il sogno americano, un qualsiasi iceberg interrompeva improvvisamente la più grande festa della storia moderna spegnendo le luminarie che sui ponti scimmiottavano le stelle. Prima ancora delle guerre mondiali, col Titanic sono naufragati lo spirito e l'aspirazione di un'intera civiltà. Una specie di incosciente e incolpevole suicidio collettivo come l'inaspettato errore di sistema che sospende la serra delle nostre relazioni.
Essere attori di questo Teatro è come essere saliti sul Titanic. 
Mentre la nave affonda, mentre tutto intorno cade giù, mentre non si capisce mai se quello che tocchiamo è ormai il fondo o se il fondo in fondo non c’è mai, noi, da anni, anni, anni, tutti i giorni, tutti, noi, noi tutti, suoniamo, suoniamo e continuiamo a suonare.

 

  • LE TROIANE

 

in Spara, Trova il tesoro, Ripeti di Mark Ravenhill, traduzione Pieraldo Girotto e Luca Scarlini

Con Francesca Mazza e con Matteo Angius, luci Diego Labonia, organizzazione Rosario Capasso, regia Fabrizio Arcuri, produzione Accademia degli Artefatti

 

Si apre il sipario. Perché ci bombardate? Perché? Diteci…perché ci bombardate? Guardateci ora. Guardateci. Guardateci bene. Cosa vedete? Di fronte a voi ci sono i buoni. Non capisco. Non ci arrivo. Perché bombardate i buoni? Siamo i buoni. I bravi. I virtuosi. Il nostro modo di vivere è quello buono, giusto. L’unico. Libertà, democrazia, verità, storia, e allora? Perché ci bombardate? Per favore, perché? Davvero. Perché ci bombardate? Si chiude il sipario. Ma siamo appena all’inizio.

 

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